sabato 6 novembre 2010









Tra gli artisti della Brucke, Ernest Ludwing Kirchner fu la personalità più varia e complessa: i suoi interessi spaziavano molto oltre il cerchio ristretto dell’arte, e l’ampiezza del suo pensiero e della sua azione si realizzò tanto nella molteplicità dei temi quanto nella ricchezza dei mezzi che egli metteva a disposizione della sua arte. Una raffinata, penetrante sensibilità acuiva la sua sottile percezione per le diverse sfumature nella scelta dei temi come per le particolarità delle diverse forme espressive della pittura, del disegno, della grafica. Ancora essa lo rendeva capace di una intensa accettazione di tutte le forme visibili e insieme suggeriva le risposte che egli trovava per l’impressione in lui suscitata dalla realtà. In molti modi insomma questa finissima sensibilità costituì un terreno fruttuoso per l’opera di Kirchner pittore, restando tuttavia il motivo della sua fragilità di uomo. Frutto del suo carattere, della sua tensione continua era la rapidità, spesso febbrile, con cui eseguiva il suo lavoro: lavorava senza sosta, e tutto ciò senza che i suoi lavori risultassero incontrollati.

Come per tutti i pittori della Brucke, anche per l’arte di Kirchner la base è il colloquio con la realtà che circonda la sua vita; ma in modo più decisivo degli altri, Kirchner cercava gli estremi, visioni di uomini e paesaggi dalla cui medietà scaturisce l’elemento significante.

Nell’opere di Kirchner i disegni hanno un significato particolarissimo: egli ha disegnato senza sosta ed il complesso dei suoi disegni è , anche numericamente, non solo superiore a quello degli altri membri della Brucke, ma eccezionale in tutta l’arte del XX secolo. I disegni di Kirchner vanno dai semplici appunti “stenografici” di cose viste, agli schizzi per ulteriori composizioni fino a fogli che hanno un valore pieno ad autonomo. Laddove i disegni di Kirchner sono una prima rappresentazione della cosa vista, essi non si possono concepire senza l’ampliamento ottenuto mediante la fantasia. Poiché tutta la realtà visibile era solo pretesto per una formulazione nella quale l’assoluta precisione dell’oggetto visto era, sì, mantenuta, ma in cui pure il valore indipendente dei mezzi formali si affiancava al significato della realtà.

Lo stile di Kirchner conobbe mutamenti più forti che quello dei suoi compagni della Brucke e questo sviluppo formale fu legato alla variazione dei temi e dei motivi; così contemporaneamente alla nuova esperienza nella metropoli berlinese, la sua arte si evolse nel senso della monumentalità spaziale. E le più ampie dimensioni della realtà, i contrasti netti che ora apparivano nei suoi quadri di strade e piazze, il più incisivo profilo dei tipi umani, rendevano più tesi e risentiti i mezzi pittorici. Similmente il trasferimento del’artista in Svizzera determinò un nuovo mutamento del suo stile, ora specchio del maestoso paesaggio alpino.

L’arte di Kirchner si concentrò ripetutamente sulla raffigurazione dell’uomo. Sempre, fin dagli inizi, i suoi quadri di figure prescindevano dall’aneddoto, così, anche dive vi era una messa in scena, l’elemento essenziale non era tanto il racconto, l’azione, quanto il modo di vita. Fu proprio Van Gogh ad influenzarlo durante i suoi primi anni della Brucke, nonostante la sua pittura gli apparisse “troppo nervosamente lacerata”. Il minuscolo dipinto testa di donna davanti ai Girasoli è sicuramente non precedente al 1906, poiché ritrae l’amica di Kirchner , chiamata Dodo, conosciuta in quel periodo. Il dipinto rappresenta il caratteristico esempio del primo Kirchner: mostra chiaramente lo sforzo di conseguire una maggior carica espressiva. Dodo è rappresentata di profilo alla finestra, sul davanzale c’è un vaso di forma allungata con tre girasoli. Il motivo dei girasoli può essere considerato un omaggio a Van Gogh, al quale rimanda anche la scelta e la stesura pastosa dei colori in pennellate rapide e dinamiche. i colori sono stesi piattamente l’uno accanto all’altro. Kirchner rinuncia completamente alle sfumature che modellano le ombre del corpo. Il contorno rosso che, partendo dai petali dei fiori, circoscrive la sagoma della donna, scorre lungo tutta la figura femminile e conferisce ulteriore piattezza alla raffigurazione.

Il dipinto Due nudi con tinozza e stufa, 1911, mostra l’evoluzione stilistica avvenuta rispetto al 1906. Entrambi i dipinti sono impostati sullo stesso accentuato contrasto cromatico, costituito dall’alternarsi del verde e dell’arancio, ma il tratto visibile del pennello ha lasciato il posto alle superfici non modellate, delimitate dai contorni. Anche qui Kirchner ricorre al contorno mobile che scorre lungo le figure e gli oggetti.

Anche nell’incontro con gli uomini, Kirchner cercava il concetto superiore. In questo senso il nudo era per lui essenziale: senza sottofondi simbolici ma in base ad una pura esperienza visiva, gli interessava di rendere visibili l’uomo, la donna, il bambino. Così la ballerina di varietà, così gli artisti del circo sono stati concepiti come tipi di un certo stato umano.

Kirchner evita la drammaticità esteriore, non esamina situazioni in cui la tensione aspira alla liberazione, cerca invece il dramma interiore, quel rapporto costante di tensione che esiste tra i singoli oggetti della realtà. Dal 1912 in poi, al contorno armoniosamente modulato viene sostituito un fitto tratteggio che divenne poi il mezzo stilistico dominante. La sua attenzione volge al dinamismo, alla vita inquieta e movimentata delle metropoli e i suoi quadri di strade, tra il 1913 e 1914, sono pieni di movimento insieme alle figura statuarie. Se i primi anni della Brucke mostravano elementi romantici, tendevano all’idillio, in una corrispondenza tranquilla e pacata di prati e campi, dal 1912 fino al 1915, anno del suo crollo fisico e morale, mostra una vegetazione straripante, ricchissima, in cui la forza primigenia della natura balza davanti al disegnatore. Con tratti decisi, violenti, energici e veloci, Kirchner aderisce al modello della natura e l’impulso vitale che fa del paesaggio una giungle lussureggiante, ritorna nella foga della sua trascrizione. Dai battelli ormeggiati sulla riva davanti alle case e dalla oro pacatezza, ci presenta architetture rigide, la fuga delle vie, in contrasto con le ampie piazze ma senza uomini. Kirchner si serviva del contrasto per rendere il senso del movimento interiore e nella Torre rossa ad halle, 1915, ci presenta un paesaggio completamente deserto, in cui riesce ad esprimere il massimo del dinamismo interiore. Anche qui si serve di elementi tra di loro contrastanti : un grande nucleo di edifici su una piazza vuota, architetture cristalline contro nubi dolcemente inarcate nel cielo. Linee di profondità si dipartono in direzioni opposte come un angolo acuto, gli elementi obliqui dell’architettura si pongono in contrasto con l’asse verticale della composizione.

In seguito ci furono lunghi periodi di crisi dell’artista e di lì a poco la sua arte e il suo stile si modificarono ulteriormente. Il tratteggio mosso, inquieto, veloce si fece più calmo e placato, la composizione si avvaleva di principi più semplici ed il gioco dei contrasti si riassorbiva nell’accordo dei diversi elementi. Kirchner diede ampio risalto alle soluzioni “piatte” in superficie, articolata in piccoli frammenti in cui la sua preferenza raffigurativa era per le facce e i profili. Egli stesso si pronunciò sulla sua produzione artistica, definendola sempre più vicina ai geroglifici, quindi sempre più semplificata e riconoscibile.

Il colore è stato fondamentale per la sua arte: osservò che il colore locale dell’oggetto è sottoposto ad influssi di vario tipo, come quello dei colori vicini, della luce e delle ombre; si occupò del valore proprio del colore non solo dal punto di vista espressivo ma anche spaziale.

Dal 1930 la sua arte si libera dal rigore delle leggi teoriche per aprirsi a nuove libertà, insieme a una profonda spiritualizzazione e generalizzazione dei suoi principi artistici.




































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