sabato 6 novembre 2010

George Grosz, a differenza di Otto Dix che ha dato alla sua arte un contenuto politico, ha utilizzato disegni e dipinti come un mezzo di argomentazione politica. Congedato per malattia nel 1916, Grosz si stabilì a Berlino, ne vide “l’inferno ed il paradiso” e li disegnò con rabbiosa aggressività. Per foggiarsi un mezzo espressivo adeguato, egli mise da parte quanto aveva appreso dall’Accademia della Belle Arti a Dresda e si rivolse all’epigrafia popolare, ai disegni scarabocchiati sui muri delle strade. Egli stesso racconta: “

per ottenere uno stile corrispondente alla bruttezza e alla crudeltà dei miei modelli, ho copiato il folclore degli orinatoi, che mi sembrava l’espressione più immediata”.

I suoi disegni esprimevano disperazione, collera, risentimento; disegnava ubriachi, assassini, suicidi, soldati senza naso, invalidi di guerra con naso d’acciaio, due soldati che costringevano un militare impazzito in una camicia di forza fatta con una coperta da cavallo, un soldato con un solo braccio che salutava una signora con tante medaglie che gli poneva una torta, un colonnello coi pantaloni sbottonati nell’atto di abbracciare un’infermiera, un soldato di sanità che svuotava in una fossa un secchio pieno di pezzi di corpi umani, uno sche

letro vestito da recluta che passava una visita militare. Egli non è di certo un “puro” del sentimento, ma anche questa sue psicologia irritata, conturbata dal sesso e dal sadismo borghese, la spreme sulla pagina come “un acido corrosivo”.

“disegnavo e dipingevo partendo dalla contraddizione e tentavo, con il mio lavoro, di convincere il mondo della sua bruttura, della sua malattia, dell

e sue menzogne”

“ senza dubbio, i miei disegni sono anche quanto di più forte sia stato detto contro la brutalità tedesca. Oggi sono più veri che mai. In futuro, in tempi più umani, verranno messi in mostra così come oggi vengono mostrati i lavori di Goya..”

Nel 1918 realizzò Funerale-Dedicato ad Oskar Panizza, un’opera dedicata allo scrittore Panizza.

Nonostante Grosz non fosse molto esperto nell’uso del colore, riuscì comunque a creare una composizione carica di tensione e con una forte espressività cromatica. Nella rappresentazione dei soggetti dovette rifarsi ad esempi precedenti dell’arte moderna; il motivo è un panorama visto dall’alto, di una strada e delle finestre di un edificio, mostra un numero infinito di esseri umani in una confusione selvaggia. Il rumore ed il caos della strada, trovano corrispondenza nella costruzione prismatica e costituita da un incastro di elementi. Il rosso, che copre l’intera superficie, accentua il carattere aggressivo della rappresentazione e trasforma il motivo in un infernale mare di fiamme. Il grande scheletro seduto sulla bara e la scritta leggibile alla sua sinistra “Oggi ballo” mostrano l’accesso all’iconografia del dipinto: un ballo di morti.

“in una strana strada si snoda nella notte una processione infernale di figure disumanizzate, sui volti delle quali si rispecchia l’ alcool, la sifilide, la peste … l’ho dipinto per protestare contro un’umanità impazzita”.

Grosz espose i suoi quadri con i più impegnati dadaisti berlinesi anche se , come Dix, si deve considerare indubbiamente espressionista.

Vd. L’ingegnere Heartfield, 1920.



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