sabato 6 novembre 2010




Lyonel Feininger occupa una posizione autonoma e decentrata all’interno dell’espressionismo tedesco. Pur essendo in contatto con i diversi gruppi, dal punto di vista stilistico non si lascia inserire in nessuno di questi. Con Heckel e Schmidt-Rottluff, sviluppò una profonda amicizia e nel 1913 espose i suoi quadri assieme Al Blaue Reiter. Fu insegnante al Bauhaus di Weimar e Dessau. Lasciata da parte la sua passione per la musica, nei suoi anni a Berlino si dedicò al disegno delle caricature per riviste umoristiche e tra il 1906 e il 1911 diede vita ad una grande produzione di opere interessanti. Il tratto estroso ed angoloso, le figure esageratamente allungate ed una prospettiva spaziale esasperata, si ritrovano come caratteri stilistici tipici anche in un dipinto come Strada al crepuscolo, 1910. La colorazione particolare di questa fase, costituita dalle tonalità del rosso e del blu, mescolate con il viola, domina anche queste scene e conferisce loro un’espressione irreale e misteriosa.

A Parigi, nel 1911, incontrò le opere dei cubisti e cambiò definitivamente la sua arte. La città divenne il tema dominante, ed affascinato dall’architettura dei paesi della Turingia, riportò in molte delle sue rappresentazioni il campanile. Abolisce la prospettiva e compone sinteticamente il motivo architettonico con forme cubiche frantumate prismaticamente ed incastonate in modo complesso che conferiscono alla struttura una tettonica severa ed un’intrinseca monumentalità. I suoi colori, inoltre, si distinguono sempre per una leggera trasparenza inondata di luce. Negli anni Venti le rappresentazioni di paesaggi costieri si oppongono ai panorami di città. Mentre in questi ultimi si dissolve la compattezza degli edifici in delicati e lucidi strati di colore, nei primi gli elementi indefiniti e lucenti dell’acqua e dell’aria acquisiscono una solida struttura geometrica.

“lì dove precedentemente aspiravo al movimento ed alla irrequietezza, ho sentito e cercato di esprimere la perfetta ed ineluttabile calma degli oggetti e perfino dell’aria che li circonda. Quel mondo che maggiormente si allontana dalla realtà”. Vd. Strada al crepuscolo, 1910, il paese Alt- Sallenthin, 1913.

Nessun commento:

Posta un commento